Ark 46

Sublime

giugno 2023

Il sublime come esperienza estetica conosce il proprio esordio nelle arti della prima metà del XVIII secolo, ma affonda le proprie radici nella cultura antica. È Platone (Fedro, 245a) a ricordare che il sublime sia inizialmente una qualità dell’artista afferrato dall’ispirazione.
Quale relazione intercorre tra Eros (tema sullo sfondo del piano editoriale 2022-2023 di Ark) e sublime? Cosa li avvicina? Si può essere attratti dalla malìa del sublime fino ad amarlo?
In architettura, luoghi del Sublime sono i bivacchi ancorati alla roccia di vette alpine e selle. Sono le costruzioni in altezza, la loro ascesa senza fine, la loro progressione matematica o, all’opposto, gli interni piranesiani. Sono le costruzioni deputate al culto di una prometeica potenza industriale, come la celebre Cité Industrielle di Tony Garnier. È sublime la macchina e il luogo dove essa è al lavoro: hangar, dighe e centrali idroelettriche. Sublime è l’opera brutale e primigenia, concepita per formare o consolidare la coscienza – di un popolo, di classe, di una élite -, come il cemento dentro le casseforme. E ancora, è sublime l’iperluogo della condivisione dei dati digitali, nodo di una infosfera che innerva territori, fabbriche intelligenti, magazzini robotizzati.
Ark, oscillando periodicamente tra le opposte categorie della misura e della dismisura, tra le certezze di una volontà progettuale e oscurità imperscrutabili, tra sottosuolo e puntiformi realtà osservate dal cielo, tocca qui uno dei suoi vertici per lasciarci stupiti e privi di certezze.

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