Piano Editoriale

2021-2022

Dopo aver concluso il piano editoriale 2020-2021 con una esplorazione della frugalità, attitudine di un individuo che misura i propri bisogni concentrandosi su ciò che gli è essenziale, il nuovo piano editoriale di Ark per l’anno 2021-2022 procede su una traiettoria che il precedente percorso di ricerca ha avviato. La ricerca di una riconquistata semplicità del vivere si caricano ora di tonalità, di sfumature, di intensità percettive, di qualità atmosferiche che dicono un peculiare modo di intendere l’architettura: un’esperienza dell’abitare che muova la psiche e la dilati verso una più ampia dimensione spirituale. Si andrà alla ricerca di verità quotidiane e universali, come quelle che Giovanni Segantini cercava nelle altitudini dei Grigioni, di proporzioni cristalline, di quiete e intimità, di armonie cercate nella magia della luce, nel silenzio della natura, lontano dal rumore di fondo della società della distrazione. Di atmosfere, tema che terrà insieme i quattro numeri del piano editoriale.
L’atmosfera è la realtà fisica costituita dall’involucro gassoso che circonda un pianeta e senza il quale la Terra sarebbe una luna di polvere e roccia. È il clima psicologico prodotto da una peculiare disposizione di spazi e oggetti. Potremmo ordinare le parole ponendo l’atmosfera in un ideale principio: da un lato, la miscela di gas di cui è composta l’aria che respiriamo e di cui è stata violata l’integrità; dall’altro, il clima che condiziona i nostri stati d’animo, le nostre decisioni, il nostro destino.
L’atmosfera avvolge innumerevoli circostanze della vita, definendone l’intensità. Che a percepirla e ad esserne circondato sia un individuo raccolto nell’intimità (Ark 41) o una piccola comunità riunitasi nella comunione di una festa (Ark 42) o nella dimensione dell’attesa (Ark 43), l’atmosfera colora l’esperienza di significati, legandola a un luogo e al suo mistero.
In quali dimensioni può essere scomposta l’atmosfera? E quando se ne è condotta la più intensa esplorazione? L’Ottocento è il secolo che più di altri ne ha indagato tanto la composizione fisica attraverso la scienza quanto il clima e le sfumature: nostalgica, struggente, allucinata, meditativa, assorta, quieta, oziosa, rarefatta, sospesa, di festa, di attesa, melanconica, torbida, voluttuosa, decadente.
Dal buio alle faville di un focolare acceso nell’oscurità, dal raggio di luce nella penombra ai chiaroscuri di un interno domestico all’alone mistico e al chiarore di un paesaggio avvolto nella nebbia, è la luce a dire l’atmosfera e a definirne l’intimità, a colorare la festa, a tingere di emozioni l’attesa. Con la luce partecipano a permeare una data atmosfera il tempo inteso come durata, le materie e le loro patine, i suoni, gli odori. I sensi tutti sono sollecitati, la mente ne conserva il ricordo e attraverso la rievocazione della memoria l’atmosfera di un momento passato si palesa nel presente. Un’epifania ha luogo. Sono allora le qualità dello spazio e dell’architettura a dire una irripetibile atmosfera.
Se l’aura (Ark 40) chiama in causa temi universali e inafferrabili, la più quieta dimensione dell’intimità è posta al centro delle ricerche di Ark 41. La sua qualità psicologica e tangibile insieme pone l’intimità nel territorio più risolutamente operativo di una pratica architettonica quotidiana e ne costituisce una qualità indispensabile. In una coralità di pratiche e rituali ricorrenti, risonanti da un capo all’altro di una valle o tra i quartieri di un luogo abitato, l’intimità si dilata all’insieme sociale e dimora nella dimensione comunitaria della festa (Ark 42), nel suo essere rito praticato da una collettività che si riunisce ciclicamente attorno a un significato, nel suo compiersi nel presente ma anche nei suoi minuziosi preparativi, nella sua irriproducibile atmosfera. L’intimità apre infine lo spazio dell’immaginazione, della possibilità e dell’attesa (Ark 43), di un evento desiderato o sognato, percepito come un dono o come un presagio. Aura, intimità, festa, attesa descrivono i punti di una traiettoria che si avvolge su sé stessa e che dal passato e dalle sue rievocazioni, dall’individualità alla socialità procede nel presente per approdare al futuro.

Con il piano editoriale 2021-2022 la rubrica Atlante è pubblicata una volta l’anno, si compone di 12 pagine, di una mappa sviluppata su 4 pagine, di un testo e di una costellazione di immagini in bianco e nero. È stampata su un fondo giallo che dichiara la sua appartenenza alle rubriche che aprono e concludono la rivista, rilanciando il tema generale individuato dal piano editoriale (l’atmosfera) in un più ampio orizzonte di traiettorie geografiche e concettuali. Atlante riesamina i concetti indagati nel corso di un anno di lavoro, riorganizzando luoghi e progetti che si aprono così a letture ulteriori e trasversali. Alante conclude un anno editoriale ospitando progetti e intuizioni che i quattro numeri hanno trascurato. Un Atlante come un secondo editoriale, testuale e visivo.

Con il numero 40, Ark inaugura una nuova rubrica, Officina, dedicata al design, alla manualità, all’artigianato, alle eredità contenute nei saperi di una regione, la Lombardia, alle tecniche costruttive proprie di una tradizione e di una cultura d’origine. Nel design lombardo si incontrano convinzioni morali, razionalità, rigore tecnico e sensibilità per l’astrazione che hanno definito un peculiare sentimento della progettazione oggi più che mai necessario a fronteggiare la ridondanza della contemporaneità. Officina è dedicata al design, al suo lessico famigliare, ai suoi rituali quotidiani; all’ordinario, all’analogo e alle sue raffinate eccezioni; alla vita silenziosa contenuta nelle cose; alle rocce, agli alberi e alla contemplazione di una Natura di cui gli oggetti sono custodi e testimoni.
Officina compie ogni volta una ricerca su un materiale legato a una specifica tradizione lombarda: materie naturali, storicamente lavorate in questa regione e che hanno dato vita a prodotti e componenti per l’architettura; produzioni che esprimono una continuità con un mestiere vivo o a rischio di scomparsa; seriali o speciali, per una singolare architettura. Officina racconterà storie lombarde di oggetti e luoghi in cui percepire un’atmosferaauratica, di intimità, di festa, di attesa – in cui il design e i designer hanno portato un valore.