Piano Editoriale

2019-2020

Il piano editoriale della rivista Ark per l’anno 2019-2020 affronterà il tema dei conflitti, declinandolo su quattro unità di misura e altrettante dimensioni: quella dell’individuo e della sua interiorità, quella dello spazio tra il sé e l’altro, quella dello spazio tra gli uni e gli altri e quelli tra la specie umana e l’ambiente.

 

Lontani dall’essere arginabili, i conflitti dell’oggi si stanno radicalizzando: terra, energia, abitudini alimentari, linguaggio, cultura, economia, movimento delle persone e delle cose. Le zone franche, gli scali offshore e le loro conurbazioni iperconnesse dalle reti a banda larga si moltiplicano con velocità crescente in ciascuna nazione del pianeta, portando con sé nuovi modelli economici e finanziari e nuove disuguaglianze. I confini territoriali sono il teatro di illegittime azioni difensive, di sconcertanti sconfinamenti compiuti per “ragioni di sicurezza”, di traversate eroiche e disperate. I linguaggi vanno incontro ad un progressivo impoverimento delle diversità, nel segno di una perdita costante di quella polifonia di voci necessaria a riconoscerci come individui distinti, disallineati e talvolta irripetibili. Ciò che si profila è un mondo bipolare, con un “dentro” omologante, persino nei territori più libertari rappresentati dalle arti, e un “fuori” fatto di marginalità, di esistenze preziose quanto vulnerabili, di azioni di resistenza.

 

Si riconoscono anche conflitti nuovi, la cui rielaborazione assume un ruolo e una valenza strategiche, tali da rovesciare i conflitti più radicati: di genere, di censo, di status sociale. Vanno lette sotto questa luce le capacità di autopromozione e di persuasione proprie degli outsiders, l’allargamento più o meno autenticamente democratico e popolare dell’accesso alla conoscenza e ai mezzi di produzione, fino alle idee e alle azioni che mettono al centro l’empatia, la reciprocità, la condivisione. Nuovi conflitti si trasformano in occasioni per conquistare una inedita legittimazione, un rinnovato equilibrio tra le ricompense offerte da una reputazione sociale e il bisogno di intimità e introspezione.

 

Ark 32 (dicembre 2019) indagherà il ruolo che il Mito ha assunto nel nostro presente, andando alla ricerca delle nuove idolatrie all’origine dei conflitti e delle contraddizioni dell’oggi, dal mito del “controllo totale” messo in campo dalle tecnologie informatiche a quello del ritorno nostalgico a un paradiso ancestrale; dal mito moderno della performance, che rinvia all’irriducibile ostinazione di Sisifo, a quello dell’immortalità, a quello dell’outsider. I miti vanno incontro a mutazioni e metamorfosi; il loro cangiante linguaggio, se all’esordio del ‘900 esaltava il mito dell’oltreuomo, è ora riferito agli eroi mediali, ora ad una chimerica giovinezza perpetua, ora al culto della propria reputazione sociale o, ancora, di feticci di cui sono andate perdute le funzioni originarie. In Ark 33 (marzo 2020) si parlerà di conflitti sociali, attraverso la lente della disuguaglianza e dell’idea, rispetto ad essa complementare, di Popolo, una parola che rievoca un mondo coeso oggi scomparso, disperso in una nuvola (cloud) di esistenze atomizzate. In Ark 34 (giugno 2020) si affronterà il tema del Lavoro: come sta cambiando, come cambierà le persone e i luoghi e come questi ultimi sapranno adattarsi all’introduzione diffusa dell’Intelligenza Artificiale, dell’Internet delle cose, dell’automazione in ogni ambito dell’essere, del fare e della conoscenza. In Ark 35 (settembre 2020), infine, si parlerà dell’ambiente: in un mondo diviso da tensioni e discriminazioni, segnato da confini che difendono alcuni contro la minaccia reale o immaginaria rappresentata da altri, è necessario riabilitare, reintrodurre, riaffermare il ruolo del Sacro, forza che – colta nel suo significato vasto, esteso oltre la dimensione di una religiosità ufficiale – può ricollocarci entro un orizzonte più grande, in cui quegli stessi conflitti – antichi e nuovi – possono essere osservati, compresi e risolti.