ARK 54

DECRESCITA

GIUGNO 2025

Comitato Scientifico

Matteo Agnoletto, Gianenrico Bernasconi, Juan Calatrava, Andrea Canziani, Franco Farinelli, Silvia Loddo, Renata Meazza, Sara Protasoni, Massimiliano Savorra, Annalisa Viati Navone

Direttore

Davide Pagliarini

Comitato di Redazione

Francesca Acerboni, Michela Bassanelli, Giovanni Comoglio, Michela Facchinetti, Giovanni Emilio Galanello, Francesca Gotti, Jacopo Leveratto, Marco Mazzola, Lara Monacelli Bani, Maria Claudia Peretti

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Abstract

Dopo aver indagato le architetture e i paesaggi della Produttività come traguardo e risposta a un diffuso sentimento di Insicurezza, Ark prosegue l’esplorazione delle idee di futuro individuate nel piano editoriale 2024-2025 per concentrarsi sulla Decrescita, una scelta individuale e collettiva rivelatrice di un’etica fondata su un ritrovato equilibrio. Una filosofia pratica, in cui riconoscere una diversa possibilità di evoluzione ai tumultuosi cambiamenti del tempo presente.
Nell’affrontare l’incertezza ripensando bisogni e modelli di consumo, nel suo essere un controcanto al primato dell’accumulazione, la decrescita trova i propri riferimenti nella pratica della lentezza, della ricerca paziente, della cura e della vita contemplativa. Più che sostenere una irrazionale negazione dello sviluppo, la decrescita indagata da Ark presuppone una decelerazione, capace di offrire un rimedio all’esposizione continua a segni e messaggi e alla loro ridondanza.
“Decrescere” è una scelta, compiutamente umana ma rinvenibile anche nel mondo naturale – dalla latenza al riposo -, che offre alla nostra specie la possibilità di sviluppare una psiche più ampia. La cultura occidentale è la meno preparata ad accogliere la decrescita, preferendo ad essa l’imperativo dell’accumulazione e l’accettazione dell’incertezza. A tal punto che l’inattività è una patologica assenza di pressione e non una condizione preziosa per concentrarsi sulle cose importanti.
Il brusio che distrae, disorienta e lascia inquieti trova in questo numero della rivista un controcanto fatto di concentrazione, di rinuncia all’inessenziale, ma anche di organizzazione di tempi e spazi che rispondono al bisogno di “vivere con dignità”. È un tema politico e non solo d’architettura.
All’assurdità ecologica di un nomadismo i cui gli oggetti, gli arredi e le stesse case sono mobili come i container di una darsena portuale, la decrescita presuppone una stabilità da cui contemplare l’impermanenza.

Sommario

Ai lettori / Decrescita

Testo di Davide Pagliarini

 

Editoriale / Decrescita

Testo di Lucia Tozzi

 

Crossing / Crescere come un giardino, rigenerare come una foresta

Incontro con Marco Martella e Maurizio Ori
A cura di Maria Claudia Peretti

 

900 lombardo / Un quartiere in una stanza

Giovanni Broglio, Quartiere Regina Elena, Milano, 1925-28
Testo di Jacopo Leveratto, Politecnico di Milano
Fotografie a colori di Valentina Marcarini

 

Enciclopedia del saper fare / Dalla casa all’abitacolo

Umberto Riva, La petite chambre, XXI Triennale di Milano, 2016
Testo di Michela Bassanelli, Politecnico di Milano
Disegni di Umberto Riva con Emilio Scarano
Fotografie di Andrea Martiradonna

 

Contemporaneo lombardo / Invisibili trame

Paolo Carlesso e Gian Luca Brunetti, Green House, Fagnano Olona (Varese), 2016
Testo di Marco Mazzola

 

Officina / La terra è anche un’arte

L’argilla
A cura di Lara Monacelli Bani
In conversazione con Alberto e Fausto Brioni

 

Incontri ravvicinati / Poetica del ritorno

Sandro Angelini, teatro, Oltre il Colle (Bergamo), 1948-1950
Testo e fotografie a colori di Davide Pagliarini
Incontro con i testimoni a cura di Michela Facchinetti
Documenti d’archivio Casa Suardi, Biblioteca Angelo Mai

 

Land / Qui una volta era tutta campagna

Cesare Cattaneo, asilo infantile Giuseppe Garbagnati, Cermenate (Como), 1935-37
Testo di Chiara Velicogna

 

Fotografia / Una capanna nel bosco (di vetro e cemento)

You don’t need soil to grow
Fotografie di Benedetta Ristori
Testo di Giovanni Emilio Galanello

 

La città rimossa / La vertigine della lentezza

La tutela delle micro-produzioni locali in Valtellina
Testo di Francesca Gotti
Fotografie di Giovanni Emilio Galanello

 

Wunderkammer

L’uomo che piantava gli alberi, Jean Giono
Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita, Serge Latouche
Last Call – Ultima chiamata, Enrico Cerasuolo
Montagne di mezzo. Una nuova geografia, Mauro Varotto
L’Albero dell’Architettura, Maurizio Oddo
A cura di Michela Facchinetti