ARK 43

ATTESA

SETTEMBRE 2022

Comitato Scientifico

Matteo Agnoletto, Gianenrico Bernasconi, Federico Bucci, Juan Calatrava, Andrea Canziani, Franco Farinelli, Imma Forino, Silvia Loddo, Renata Meazza, Sara Protasoni, Massimiliano Savorra, Annalisa Viati Navone

Direttore

Davide Pagliarini

Comitato di Redazione

Francesca Acerboni, Michela Bassanelli, Giovanni Comoglio, Michela Facchinetti, Francesca Gotti, Jacopo Leveratto, Marco Mazzola, Valentina Merz, Lara Monacelli Bani, Maria Claudia Peretti, Elena Turetti

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Abstract

Il numero 43 della rivista di architettura e paesaggio Ark esplora un tema tra i più indefinibili e delicati di cui una rivista dedicata alla cultura del progetto si possa occupare: l’attesa. Che si associ a una inerzia forzata o agisca come uno stimolo ad interrogare desideri latenti, l’attesa è un tempo fisico e una condizione psicologica che si pone su un confine tra inattività e volontà di agire.
Fiducia, speranza, fede sono qualità peculiari della condizione di attesa, a cui la vita attiva e razionale non può che reagire. Nella realtà contemporanea, dove chiunque è sollecitato a fare impresa, l’attesa e la momentanea inoperosità che le corrisponde sono congedate, sostituite da un atteggiamento proattivo, volto all’azione permanente e alla continua ridefinizione di strategie vincenti. Pianificare, elaborare proiezioni e scenari sono azioni che affidano al calcolo delle probabilità il compito di disinnescare l’attesa, neutralizzandone gli effetti sulla psiche. Isolarsi, dedicarsi a sé stessi sono pratiche viste con diffidenza. Attendere è un oltraggio ai principi dell’efficientismo proattivo.

Pur a fronte di una febbrile creatività promossa all’interno delle organizzazioni sociali più diverse, all’esterno i luoghi che attraversiamo ogni giorno sono desolatamente consegnati all’incompiutezza e a un non finito assunti a condizione permanente. Trascurati, indefiniti, esito di azioni distratte e casuali, emanano una dimensione di attesa che si fa atmosfera. Ogni energia e operosità proprie del vivere sono celate oltre le cortine di lamiere ondulate e pannelli di calcestruzzo prefabbricati entro i cui recinti va in scena quella corsa verso l’innovazione che dovrebbe rappresentare uno dei fattori di attrattività di un territorio. Se i luoghi sono avviliti e le idee nascono nell’orizzonte astratto della ricerca di riferimenti digitali non c’è da stupirsi che i prodotti siano sempre più simili tra loro e a differenziarli siano involucri o al più loghi e frasi orecchiabili.

In Ark si riporterà l’attesa alla propria natura, quella di un tempo vigile, in cui riflettere su ciò che è stato costruito, abbandonato ad un oblio dissennatamente precoce o, nei casi migliori, riconsegnato alla poesia quando questa è stata offesa.
Senza attesa l’architettura non può avere luogo. L’architettura non appartiene alla dimensione dell’istante né a quella dell’immagine. I progetti pubblicati in Ark 43 ci invitano a riflettere sulle qualità che lo spazio progettato può offrire al fine di considerare ogni attesa una possibilità di ricerca e di sviluppo, individuale e collettivo.

Sommario

Ai lettori / Attesa

Testo di Davide Pagliarini

 

Editoriale / In attesa

Testo di Luca Molinari

 

Crossing / Progettare l’attesa della città

Incontro con Simona Beolchi e Ezio Micelli
A cura di Maria Claudia Peretti

 

900 lombardo / Versatilità funzionale e unità di linguaggio

Gigi Gho’, Stabilimento Kodak, Cinisello Balsamo (Milano), 1960-1988
Testo di Leone Carlo Ghoddousi
Documenti iconografici Archivio Gigi Gho, Milano

 

Enciclopedia del saper fare / Soglie e ingressi tra attese e incontri

Quattro ingressi di condomini milanesi degli anni Cinquanta
Mario Asnago, Claudio Vender, Via Lanzone 4, Milano, 1950-53
Piero Bottoni, Grattacielo INA, Corso Sempione 33, Milano, 1953-58
GPA Monti con Enrico Feyre, Via Tristano Calco 2, Milano, 1954-55
Gio Ponti, Via Giuseppe Dezza 49, Milano, 1956-57
Testo di Michela Bassanelli, Politecnico di Milano
Materiale iconografico Lisa Desager e Lisa Janssens

 

Contemporaneo lombardo / Futuro presente

Corvino + Multari, Complesso parrocchiale della Diocesi di Lodi, Dresano (Milano), 2009-2017
Testo di Marco Mazzola
Fotografie di Studio F64 e Mario Ferrara

 

Officina / Per mill’anni e forse ancora

La lana, dalle cime alla città
Testo di Valentina Merz e Lara Monacelli Bani

 

Incontri ravvicinati / Imago mundi

Giuseppe Pino Pizzigoni, Casa Alemanni, Roncobello (Bergamo), 1938-1942
Testo di Davide Pagliarini
Incontro con i testimoni a cura di Michela Facchinetti

 

Land / Sospeso nell’attesa

Giardino Aristide Calderini, Milano, 1968
Testo di Jacopo Leveratto, Politecnico di Milano
Fotografie di Valentina Marcarini

 

Fotografia / La scorza e il midollo

Carlo Scarpa, Villa Ottolenghi, località Mure di Bardolino, Verona, 1974-1979
Testo di Elena Turetti
Fotografie di Alberto Sinigaglia

 

La città rimossa / La città diffusa che non resta e non se ne va

Costruzioni spontanee lungo il fiume Po
Testo di Francesca Gotti
Fotografie di Giovanni Emilio Galanello

 

Caementum / Lassù in pianura

Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli con Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto, Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso, Torre Pirelli, Milano, 1953 – 1960
Testo di Davide Pagliarini tratto dal Blog Italcementi

 

Atlante / Tra dentro e fuori

Una rilettura di tre architetture pubblicate nel corso del piano editoriale di Ark 2021-2022
Aldo Andreani, Palazzo Fidia, Milano, 1929-1932
Giuseppe (Pino) Pizzigoni, Casa Nani, Sant’Alberto, Parre (Bergamo), 1963-1965
Angelo Sesti, Villa Luchsinger, Bergamo, 1923
Testo di Elena Turetti

 

Wunderkammer

Preganziol, 1983, Guido Guidi
Le case del tè. Gli spazi del vuoto e dell’inatteso, Francesco Montagnana, Tadahiko Hayashi, Yoshikatsu Hayashi
L’arte di perdere tempo. Piccola celebrazione della sosta e degli imprevisti, Patrick Manoukian
Giardini di saggezza in occidente, Hervé Brunon
Nest (Hreiður), Hlynur Pálmason
A cura di Michela Facchinetti

 

Lemmario

A cura di Davide Pagliarini