ARK 55

OSPITALITA'

SETTEMBRE 2025

Comitato Scientifico

Matteo Agnoletto, Gianenrico Bernasconi, Juan Calatrava, Andrea Canziani, Franco Farinelli, Silvia Loddo, Renata Meazza, Sara Protasoni, Massimiliano Savorra, Annalisa Viati Navone

Direttore

Davide Pagliarini

Comitato di Redazione

Francesca Acerboni, Michela Bassanelli, Giovanni Comoglio, Michela Facchinetti, Giovanni Emilio Galanello, Francesca Gotti, Jacopo Leveratto, Marco Mazzola, Lara Monacelli Bani, Maria Claudia Peretti

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Abstract

Come immaginare la “città ospitale” del prossimo futuro? E la casa?
Il piano editoriale 2024-2025 della rivista di architettura e paesaggio Ark si conclude con un numero dedicato all’Ospitalità. Un tema aperto, dialettico, ricettivo che esprime una peculiare attitudine ad accogliere l’altro, l’ospite, atteso o inaspettato.
La natura ambivalente dell’ospite si situa nel suo essere sconosciuto e allo stesso tempo portatore di un messaggio che può rovesciare lo stato delle cose. Se negare l’ospitalità è un atto sacrilego, l’ospite esige uno specifico riguardo, è oggetto di una speciale attenzione, che tuttavia presuppone una distanza: le soglie sono allora gli ambiti dove attendere ed essere attesi, dove annunciarsi e presentarsi e perciò necessari al manifestarsi delle azioni connesse all’ospitalità.
È a fronte di questo suo potere disgregativo, della crisi e della frammentazione che porta nell’ordine precedente che si edificano apparati ora solidi ora intangibili per amministrare l’ospitalità.
Jacques Derrida ha dato di questa così profonda e ambivalente attitudine culturale una definizione aperta, possibile solo se si è disposti a decostruire le proprie certezze. È giunto a dire, con parole che non possono lasciare indifferenti, che si dovrebbe aprire la propria dimora all’altro e poi lasciargliela. Non è facile praticare un’etica così radicale, anche quando l’evento catastrofico è a un passo dal compiersi.
Riabilitare l’ospitalità quale attributo risolutamente umano, fondato sulla reciprocità, è indispensabile ogni volta che si pratica uno spazio e ne si disegnano i confini. In questa prospettiva, la città è ospitale quando accoglie una moltitudine di frammenti di spazi indecisi, dove poter dare espressione al desiderio dello stare insieme come atto risolutamente creativo e perciò imprevedibile.
Accogliere è una pratica che ha bisogno di tempo, di lente transizioni, di conoscenze pazienti che si sedimentano. In altre parole, di espressioni della durata, capaci di opporre resistenza ad ogni essere di passaggio, ad ogni irrilevante attraversamento compiuto dall’Altro nelle nostre esistenze.
Quale casa e quale “città ospitale” possono orientarci e costituire un modello a cui guardare? Una casa e una città concepite per dare la parola all’Altro e all’Altrove, senza tuttavia smarrire l’esistenza della soglia e del limite in assenza dei quali ogni spazio predisposto poeticamente per far sorgere un dialogo e una ricerca di senso si dissolverebbe. Soglie e limiti attraversabili, solidi come silenziose presenze sacre rivolte a chi arriva e a chi va, o eretti come festosi inni alla gioia.

Sommario

Ai lettori / Ospitalità

Testo di Davide Pagliarini

 

Editoriale / Riscoprire il valore dell’ospitalità

Testo di Sarah Gainsforth

 

Crossing / Sentirsi a casa

Incontro con Marco Biraghi e Elena Granata
A cura di Maria Claudia Peretti

 

900 lombardo / Vivere insieme?

Ico e Luisa Parisi, Casa Bartoletti, Montorfano (Como), 1967-69
Testo di Francesca Zanotto, Politecnico di Milano

 

Enciclopedia del saper fare / Il sistema dell’ospitalità

Claudio Conte e Leonardo Fiori, Sistema di componenti prefabbricati per edilizia P63, 1963
Testo di Jacopo Leveratto, Politecnico di Milano

 

Contemporaneo lombardo / In armonia con le cose

Gregorio Pecorelli, Ristorante sul lago di Como, Pognana Lario (Como), 2022-2023
Testo di Marco Mazzola
Fotografie di Francesca Iovene

 

Officina / Campi di tovaglie. I tessuti di Gegia Bronzini

In conversazione con Matilde Cassani
Testo di Lara Monacelli Bani

 

Incontri ravvicinati / Montagne ospitali

Mario Cereghini, sede della Pro Piani Resinelli, Abbadia Lariana (Lecco), 1953-56
Testo e fotografie a colori di Davide Pagliarini
Incontro con i testimoni a cura di Michela Facchinetti

 

Land / Architetture per il tempo sospeso

Alberto Salvati e Ambrogio Tresoldi, case di vacanza, Toscolano Maderno (Brescia), 1970-1971
Testo di Carola D’Ambros, Politecnico di Milano

 

Fotografia / Stranianti familiarità

Giaime Meloni, Das Unheimliche, 2020
Testo di Giovanni Emilio Galanello

 

La città rimossa / Un guscio di lontana resistenza

Il rifugio F.A.L.C. con Elisa Cialok
Testo di Francesca Gotti
Fotografie di Giovanni Emilio Galanello

 

Wunderkammer

Cape Light, Joel Meyerowitz
L’estraneo. Ostilità e ospitalità nel pensiero del Novecento, Caterina Resta
Rifugi e bivacchi. Gli imperdibili delle Alpi. Architettura, storia, paesaggio, R. Dini, L. Gibello, S. Girodo
Emilio Isotta. Architettura all’Isola d’Elba 1948-1968, Francesca Privitera
Personale, Carmen Trocker
A cura di Michela Facchinetti