Ark 33
POPOLO
Marzo 2020
Comitato Scientifico
Federico Bucci, Franco Farinelli, Imma Forino, Silvia Loddo, Renata Meazza, Massimiliano Savorra
Direttore
Davide Pagliarini
Comitato di Redazione
Francesca Acerboni, Michela Bassanelli, Giovanni Comoglio, Michela Facchinetti, Francesca Gotti, Jacopo Leveratto, Marco Mazzola, Maria Claudia Peretti, Giacomo Reguzzi, Elena Turetti
AcquistaAbstract
Per tutta la prima Rivoluzione Industriale fino agli anni ’70 del XX secolo non poteva esserci un popolo senza lavoro e, in una logica speculare, non poteva esserci lavoro senza un popolo capace di assumerlo a fondamento e santuario laico dell’esistenza (l’era dell’automazione totale era ancora lontana). Un popolo senza lavoro era sempre esistito, ma dall’invenzione della macchina a vapore si è preso a stigmatizzarlo in misura crescente, condannandolo come oltraggioso. L’inoperosità di emarginati, disoccupati ed esclusi (dal lavoro) doveva essere punita, ricondotta alla certezza di una vita impegnata e produttiva. Il popolo, nell’era industriale, diventa proletariato, classe operaia, che deve essere riscattata dai disvalori della povertà, dell’ignoranza e della superstizione. Eppure il popolo, la sua radice (ethnos), la sua essenza, prescinde dal lavoro e per questo la precede. È una natura che si colloca prima del fare. È un destino, un essere nati in un luogo, in un preciso ambiente, definito da un insieme di fattori climatici, geologici e botanici, da specifiche possibilità di sopravvivenza, da rituali, da libertà e tabù, da modi di stare al mondo che non si incontrano altrove e che poco hanno in comune con generiche tradizioni promosse dalle propagande nazionaliste, come osserva Viviana Gravano nel suo editoriale. In un mondo disgregatosi in volontà conflittuali e incomunicanti, questo numero di Ark va alla ricerca delle testimonianze superstiti di un’architettura per il popolo e vicina al “senso comune”, una qualità troppo a lungo rifiutata dalle élites nella convinzione che i conflitti dovessero essere affrontati dalla tecnocrazia, capovolgendo tuttavia il significato di questa parola, ossia quello di un corpo di tecnici al servizio di una società coesa. In questa prospettiva è possibile collocare le opere di progettisti particolarmente impegnati sul tema della casa collettiva, talvolta considerati minori per via delle ricerche sommesse da essi praticate.
Sommario
Ai lettori / Popolo
Testo di Davide Pagliarini
Editoriale / Popolo, stato, nazione
Testo di Viviana Gravano
Crossing / Progettare per o con il popolo?
Con Davide Fortini e Paolo Mazzoleni
A cura di Maria Claudia Peretti
900 Bergamo / Vernacolo e comunità nell’era della tecnica
Giuseppe Pizzigoni, Case Fanfani in Via Fara, Bergamo, 1949-1953
Testo di Giovanni Comoglio
900 lombardo / Prototipi per un’architettura civile
Arrigo Arrighetti, Scuola Materna via Santa Croce, Milano, 1957-1961
Testo di Jacopo Leveratto
Enciclopedia del saper fare / Il riscatto di un’architettura solitaria
Umberto Riva con Bianca Bottero, edificio in via Paravia 37, Milano, 1966-1967
Testo di Michela Bassanelli
Contemporaneo lombardo / Periferia e realismo
Luciano Giorgi, Andrea Borlini, Marina Dallera, Centro Civico Circolab, Vigevano, 2000-2004
Testo di Marco Mazzola
Atlante / La città delle lettere
Testo di Elena Turetti
Incontri ravvicinati / Un vivace laboratorio sociale
Franco Brignoli, Cooperativa Stipel 63 III, Bergamo, 1984
Testo di Davide Pagliarini e Michela Facchinetti
Land / Il popolo e la sua infanzia
Sandro Angelini, Case per impiegati, Villa d’Ogna (Bergamo), 1952
Testo di Davide Pagliarini
Fotografia / Piccola, indipendente, plurale
Progetti editoriali e fotografia contemporanea
Testo di Elena Turetti
La città rimossa / Stretti intorno a un bosco che cresce
Bosco Sociale San Polino, Brescia
Testo di Francesca Gotti
Ark 10 anni
Rassegna progetti 2010-2019
Ark 10 anni / Editoriale
Testo di Davide Pagliarini
Una piscina per tutti
Carlo Ravizza, Centro sportivo Italcementi, Bergamo, 1962-1966
Testo di Paolo Vitali
Ark 3, ottobre 2010
Breve storia di un villaggio residenziale
Quartiere Monterosso, Bergamo, 1959-1967
Testo di Stefano Zenoni
Ark 12, agosto 2013
Lungo un piano inclinato
Giuseppe Gambirasio e Giorgio Zenoni, Bergamo Sole, 1976-1979
Testo di Andrea Gritti
Ark 12, agosto 2013
Caroselli autostradali
Angelo Bianchetti, Ponte e padiglione Autogrill lungo l’A4, Bergamo
Testo di Andrea Gritti
Ark 16, ottobre 2014
Una casa che si voleva minima
Giuseppe Pizzigoni, Casa Minima, Bergamo, 1946
Testo di Paolo Mestriner, Gianluca Gelmini, Sara Marini
Ark 17, marzo 2015
Un frammento di “città pubblica”
L’Ina-casa e il Quartiere Feltre a Milano, 1957-1961
Testo di Massimilano Savorra
Ark 21, febbraio 2017
Una riviera per Milano
L’idroscalo tra fascismo e ricostruzione, Milano, 1928-1954
Testo di Massimilano Savorra
Ark 22, maggio 2017
Non costruire pittoresco. Lascia questo effetto ai muri, ai monti e al sole
Leonardo Fiori con Claudio Conte, Rifugio Pirovano, Passo dello Stelvio, Sondrio, 1964-1966
Testo di Francesca Acerboni
Ark 25, maggio 2018
Architettura comune
Mario Asnago e Claudio Vender, Tenuta Castello, Torrevecchia Pia, Pavia, 1937
Testi di Davide Pagliarini e Michela Facchinetti
Ark 26, giugno 2018
La Casa dei Sogni
Alziro Bergonzo e Mario Cavallé, Cinema-Auditorium Manzoni, Milano, 1947-1950
Testi di Jacopo Leveratto e Michela Facchinetti
Ark 31, settembre 2019
Wunderkammer
Avventure urbane. Progettare la città con gli abitanti, Marianella Sclavi
Il était une fois la banlieue (C’era una volta la banlieu), Dominique Cabrera
Che cos’è un popolo?, Alain Badiou, Jacques Rancière, Pierre Bourdieu, Judith Butler, Georges Didi-Huberman, Sadri Khiari
L’argent fait le bonheur (L’argento fa la felicità), Robert Guédiguian
Transition Towns
A cura di Michela Facchinetti
Lemmario
A cura di Elena Turetti