ARK 29

STANDARD

Marzo 2019

Comitato Scientifico

Federico Bucci, Franco Farinelli, Imma Forino, Silvia Loddo, Renata Meazza, Massimiliano Savorra

Direttore

Davide Pagliarini

Comitato di Redazione

Francesca Acerboni, Michela Bassanelli, Gianluca Gelmini, Francesca Gotti, Michela Facchinetti, Marco Mazzola, Maria Claudia Peretti, Elena Turetti

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Abstract

Nel corso del primo trentennio del ‘900 le visioni e i progetti della città moderna hanno immaginato e talvolta realizzato ardite metropoli, lineari o reticolari, dense o diffuse nel paesaggio, proiettate in altezza o sul piano, ma pur sempre concepite nel segno dell’efficienza, dove un’umanità razionale, laica, liberata dalle emozioni ferine, dagli stati d’animo imprevedibili e da ogni superstizione avrebbe vissuto nella certezza cronometrabile della ragione, nel godimento dell’istante presente perpetuamente rinnovato, senza il rimpianto di un passato, senza la promessa o la minaccia di un futuro avvertito come un’incognita.

Sullo sfondo si contavano allora i crescenti successi delle prassi fordiste che avevano trionfato nelle industrie manifatturiere sulla meno impietosa teoria di Frederick Winslow Taylor che alcuni anni prima di Henry Ford aveva promosso il miglioramento dell’efficienza produttiva per liberare l’uomo dalla schiavitù del lavoro.

Nell’allora nascente società industriale di massa, l’assolutismo degli standard – di rendimento, salute, comfort, godimento, ricompensa materiale, apprendimento, riconoscimento intellettuale – si traduceva nella pianificazione di ogni azione quotidiana, fino a trasformare i gesti in operazioni definite da una prevedibilità tale da rendere superflua ogni misura, ad eccezione di quelle necessarie all’organizzazione della produzione. Alla peculiare moderazione e prudenza che nella civiltà latina antica coincideva con la aurea mediocritas, subentravano nuove e vertiginose ‘unità di dismisura’.

Sommario

Ai lettori / Standard

Testo di Davide Pagliarini

 

Editoriale / La matrice classica dello standard

Testo di Maria Vittoria Capitanucci

 

Crossing / Standardizzati

Incontro con Giovanni Semi, sociologo e Alessandra Pioselli, critica d’arte

A cura di Maria Claudia Peretti

 

900 Bergamo / Nobiltà popolare

Giulio Paleni, E. Mattioli, ICP Bergamo, Quartiere di Via Carnovali, Bergamo, 1926-1928

Testo di Monica Resmini

 

900 Lombardo / La parte per il tutto

Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti con Aldo Favino, Edificio residenziale di Via Quadronno, Milano, 1956-1962

Testo di Francesca Acerboni e Michele Caja

 

Enciclopedia del saper fare / Tra standard e natura. L’azienda Fulget, Bergamo, dal 1926

Testo di Michela Bassanelli

 

Contemporaneo lombardo / La città rarefatta

Bianco + Gotti Architetti, Autolavaggio CBC, Bergamo, 2002-2017

Testo di Davide Pagliarini

 

Atlante / Dal pascolo vagante al telaio. L’industria laniera in Val Gandino

Testo di Elena Turetti

 

Incontri ravvicinati / L’architettura è questione di tono

Vito Sonzogni, Complesso immobiliare Prealpi, Bergamo, 1958-1962

Testo di Davide Pagliarini e Michela Facchinetti

 

Land / Prefabbricazione e immagine della tecnica

La sezione Costruzioni nel Parco della X Triennale di Milano, 1954

Testo di Massimiliano Savorra

 

Fotografia / La rappresentazione e il suo doppio, l’inquietudine. Domestico e selvatico nella cultura alpina

Testo di Elena Turetti

 

La città rimossa / Il riscatto dell’abitare. Quartiere Giambellino, Milano

Testo di Francesca Gotti

 

Wunderkammer

Due o tre cose che so di lei, Jean-Luc Godard

Anonyme skulpturen. A typology of technical constructions, Bernhard e Hilla Becher

Ais/Design

Residents: inside the iconic Barbican Estate – A photographic study, Anton Rodriguez

Architettura della seconda età della macchina, Reiner Banham

A cura di Michela Facchinetti

 

Lemmario

A cura di Elena Turetti